Archive for febbraio 2009

Vogliamo un aeroporto giusto!

27 febbraio 2009

 

Riusciremo a riavere il nostro aeroporto sostenibile?

Riusciremo a riavere il nostro aeroporto sostenibile?

Estata approvata una delibera di giunta per la quale si rendono necessari lavori alla Croix Noire che riguardano la nuova pista di atterraggio e che prevedono l’abbassamento delle torri-faro del vaccadromo, in quanto si trovano all’interno del cono di volo. Nessuno aveva fatto cenno a questa spesa, forse perché è solo una cosuccia da 350.000 euro?

I perché della nascita di questo Comitato

19 febbraio 2009

Il Comitato Aeroporto sostenibile, è un Comitato di cittadini favorevoli alla realizzazione di un aeroporto compatibile con l’ambiente e le necessità della Valle d’Aosta.

Per l’applicazione del buon senso nella politica dei trasporti della nostra regione.

Per permettere ai Valdostani di viaggiare e di ricevere i turisti in maniera efficiente senza sprecare risorse, razionalizzando gli investimenti regionali nel settore delle infrastrutture viarie.

L’Assemblea fondativa del Comitato ha eletto Enrico Girardi Presidente e Paolo Meneghini Segretario, entrambi sono esperti del settore, piloti ed appasionati di volo.

Hanno offerto la loro disponibilità a far parte del direttivo provvisorio: Vincenzo Calì, Dario Massimo Carmassi, Mario Macaluso, Patrizia Nuvolari, Andrea Piccirilli, Maria Teresa Riggio, Marco Tonin, Mario Vietti.

Le prime iniziative, che i soci fondatori hanno individuato, saranno tese a mettere a disposizione dell’opinione pubblica tutti i documenti del dossier ampliamento aeroporto C. Gex per consentire a tutti i Valdostani di valutare serenamente costi e benefici dell’iniziativa onde permettere il proseguimento del confronto pubblico con la Giunta Regionale.

A questo scopo, oltre alla presenza su Facebook già attiva, è stato realizzato questo blog dove gli interessati potranno reperire documentazione e far pervenire le loro osservazioni.

Il Comitato Aeroporto Sostenibile programmerà, nel più breve tempo possibile, un serie di incontri con i cittadini dei comuni direttamente interessati all’opera, Saint-Christophe e Pollein.

Da Spigolando di Dario Carmassi

Comuni coraggiosi

18 febbraio 2009
La chiusura del Corrado Gex

La chiusura del Corrado Gex

Il Comune svizzero di Bergün (Grigioni) ha respinto un progetto per un impianto idroelettrico che avrebbe richiesto un investimento di 85 milioni di franchi svizzeri. La decisione è stata presa dall’Assemblea comunale, che ha considerato prioritaria la tutela del proprio territorio. Il consorzio incaricato della progettazione, che fa capo alla società elettrica Nordostschweizer Kraftwerke e al gruppo Axpo (leader nel settore dell’energia), ha accettato la decisione e ha immediatamente sospeso i lavori. Nei Grigioni, cantone di montagna considerato il serbatoio idrico della Svizzera, si produce un quinto dell’energia idroelettrica della Svizzera. Tra canoni di concessione e tasse, la centrale avrebbe portato nelle casse del Comune, che non versa in buone condizioni finanziarie, circa mezzo milione di franchi all’anno. Ora spera di ricevere una compensazione statale, che in casi simili è già stata concessa ad altri comuni che avevano respinto grandi progetti. (Fonte: http://moneycab.presscab.com/de/templates/?a=58927 (de), Die Südostschweiz, 31.01.09). Ci sono Comuni che non si vendono e Regioni o Stati che li compensano finanziariamente. Accade in Svizzera, terra che Berlusconi definirebbe senz’altro “covo di comunisti”, visto che ha respinto in decine di referendum l’idea di cacciare gli stranieri dal proprio territorio e che continua a mettere al primo posto gli interessi collettivi, le ragioni del benessere generale a quelle del benessere economico di pochi. In Valle d’Aosta invece ci sono ancora Comuni che per fare cassa vendono aria, acqua e territorio. Fanno piste trattorabili, cioè strade, magari con fondi ottenuti per la salvaguardia della biodiversità, fanno centraline anche a costo di impoverire torrenti e cascate che sono la bellezza e la ricchezza del territorio. Oppure cedono spazi per opere come l’aeroporto che avrà la miracolosa facoltà di essere un disastro sia se, come assai probabile, verrà usato pochissimo (territorio consumato, soldi buttati dalla finestra), sia se verrà usato moltissimo (plaine e mezza montagna inabitabili per il rumore con conseguente crollo del prezzo degli immobili). Qualcuno sta andando in giro a dire che i soldi dell’aeroporto vengono “da fuori”, cioè che non sono soldi nostri. Invece è sempre dalle nostre tasche che escono, anche quelli che fanno il giro dall’Europa o quelli delle multe che ci fa l’Europa perché non rispettiamo le sue direttive. Sono tanti soldi che sarebbe giusto risparmiare, se fossimo in un’ottica di bene comune e non in quella di chi arraffa prima. Ma chi non sa nemmeno ridurre i costi della politica difficilmente saprà occuparsi di bene comune. 

Lettera scritta alla Stampa il 16 febbraio 2009 da Maria Pia Simonetti

Che nome per l’aeroporto nuovo?

17 febbraio 2009

La buon’anima di Corrado Gex è stata, in questi ultimi tempi, tirata spesso in ballo, vuoi per la tesi di un complotto dei servizi segreti sovietici che, secondo l’interpretazione della signora Mary Pace, l’avrebbero assassinato con il gas nervino; vuoi per la questione aeroporto che porta il suo nome. Non mi addentro nel primo caso della questione perché, considerate le misteriose fonti, ancora non mi interessa. Nel secondo caso, invece, mi nasce spontanea una domanda: come potrà il ciclopico aeroporto continuare a portare il nome del giovane deputato senza offenderne la memoria? Quello attuale è nato come aeroporto per piccoli veivoli da turismo a vela e a motore: uno sport che abbraccia l’esaltazione per l’aria insieme a quella per la montagna e Corrado Gex era complice di questa passione. Nel prossimo futuro il nome di questo uomo che conosciamo come colto, sportivo, amante della natura forte dei ghiacci, sarà quello di un aeroporto commerciale, rumoroso, inquinante, costoso e probabilmente inutile. Niente più voli di gabbiani, quelli che amava fare lui, ma grugniti di porci con le ali. Giusto per essere coerenti non sarebbe il caso di pensare a un altro battesimo e chiamare il futuro aeroporto Corrado Ex?

Lettera scritta alla Stampa il 17 febbraio 2009 da Patrizia Nuvolari

Che senso ha? Ma si farà!

17 febbraio 2009

L’unica cosa che è stata chiara è che si farà. Dell’incontro con il Presidente della Giunta Rollandin, accompagnato dai suoi tre valletti: Zublena (detta assessore all’ambiente); Marguerettaz (detto assessore al Turismo), Viérin ( detto assessore alle Opere Pubbliche), fortemente voluto da 175 cittadini per fare chiarezza sull’argomento aeroporto, non si è capito molto. Sembra che il progetto sia nato dieci anni fa con Dino alla Presidenza della Giunta, ribadito dal successore Luciano e accolto con “rassegnazione” da Augusto. Nessuna responsabilità solo destino. Noi poveri mortali veniamo alla conoscenza dello scellerato progetto solo ora: possibile? Possibile che allora i Verdi (in Giunta), non ne abbiano parlato e strombazzato? Che Roberto Louvin, a quei tempi Presidente del Consiglio prima e della Regione dopo, non ne sapesse nulla? Vorrei sbagliarmi, ma non mi sembra di aver sentito un particolare baccano in materia. Le voci, nelle orecchie dei cittadini, arrivano oggi. Mettiamo pure che ieri siano state occluse dal cerume, ma com’è che il salone regionale era pieno zeppo? Vuol dire che il problema e l’inquietudine che ne deriva sono ben presenti. Si vede che allora il concetto di partecipazione, oggi tanto sbandierato dai banchi dell’opposizione, non era ritenuto, dai banchi della maggioranza, così necessario.  I tecnici, al soldo delle casse regionali, hanno fatto il loro mestiere e cioè presentarlo nel modo migliore possibile: nessun impatto ambientale, nessun inquinamento acustico, sicurezza al cento per cento, benessere garantito per la collettività… . Che altro potevano dire? Certo che, se volevano sedare le preoccupazioni, non ci sono riusciti: la gente ha continuato a esprimere ansie e dubbi. Zublena non ha risposto alle domande rivoltele; Marguerettaz zitto zitto ha dondolato il capo, manifestando al pubblico di non soffrire di cervicale; Viérin ha interpretato in modo magistrale la parte del nulla. Rollandin, mostrando un astutissimo basso profilo che, dopo gli anni dell’arroganza caveriana, è sembrato una benedizione, si è scusato per la frettolosità dell’appuntamento, ha fatto capire di non capire, esattamente come il pubblico (un tocco di empatia che ha commosso), che si è trovato costretto a procedere, che ha provato a limitare le dimensioni della bestia, che è disponibile ad altri incontri, ma che ormai les jeux sont faits, riens ne va plus. È proprio così? Il ponte sullo stretto è stato bloccato, nonostante gli appalti in corso, perché mai dovremmo rassegnarci al destino? Un destino a sopresa perché, da quello che è emerso nel corso del dibattito, nessuno sa ancora come sarà, a cosa servirà, a chi gioverà l’aeroporto commerciale.

Patrizia Nuvolari