Archive for dicembre 2013

ilFattoQuotidiano: Aeroporti & Sprechi

23 dicembre 2013
100.000.000 € = costo della sola struttura aeroportuale (escluse le opere a lato)
30.000.000 € = costo per la radioassistenza
3.600.000 € / anno = costo presidio Vigili del Fuoco
2.000.000 € / anno = costo gestione
2.000.000 € / anno = costo della tratta Aosta-Roma
7.600.000 € / anno = costi fissi noti

22 Dicembre 2013

Aeroporti & Sprechi – Aosta, spesi 30 milioni per una struttura ora abbandonata

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/22/aeroporti-sprechi-ad-aosta-spesi-30-milioni-per-una-struttura-ora-in-stato-di-abbandono/822358/

Una pista desolata, da cui decolla ogni tanto un elicottero o un aliante. E’ ciò che resta (oltre allo spreco) del sogno faraonico di trasformare il piccolo Corrado Gex del capoluogo valdostano in uno scalo commerciale

Una pista desolata, da cui decolla ogni tanto un elicottero o un aliante. E’ ciò che resta del sogno faraonico di trasformare il piccolo aeroporto Corrado Gex di Aosta in uno scalo commerciale. Nessuno ha mai visto aerei né charter da quando la Regione, nel 2008, ha avviato i lavori di ammodernamento dello scalo nella prospettiva di favorire ipotetiche frotte di turisti in scarponi da sci decisi ad atterrare direttamente nel cuore delle Alpi. Più di 30 milioni di euro in interventi strutturali, per consentire l’atterraggio strumentale, rendere più sicura la pista e sfoggiare 3mila metri di aerostazione a firma Gae Aulenti. La prestigiosa costruzione, mai completata, vive oggi in uno stato di totale abbandono perché la ditta che si era aggiudicata i lavori ha ottenuto dal Tribunale lo scioglimento del contratto. “Gli investimenti compiuti nascono dall’idea di trasformare il Corrado Gex in un aeroporto turistico, collegandolo a Roma e dotandolo delle strumentazioni necessarie all’atterraggio dei charter”, spiega l’assessore regionale ai Trasporti Aurelio Marguerettaz. Una scommessa lanciata più di 10 anni fa, poi tramandata di legislatura in legislatura, ma probabilmente già persa in partenza.

I cittadini: “Questo aeroporto serve solo ai politici” (video di Cosimo Caridi)

video

La Regione sborsa con piacere e i soldi (bloccati) agli svizzeri

E’ fallito il collegamento sperimentale tra Aosta e la cittadina francese Angers avviato per la stagione invernale 2010-2011. Dei 14 voli programmati ne sono stati realizzati solo la metà, gli altri sono stati cancellati per assenza di passeggeri o dirottati per maltempo su Torino e Cuneo. Non è mai atterrato nessun volo charter ed è in stallo l’agognato volo Aosta-Roma, aggiudicato nel 2012 all’elvetica Darwin Airlines e per il quale la Regione ha già stanziato 8 milioni di euro per 4 anni. La compagnia con sede a Lugano aveva appena messo sul mercato i primi biglietti quando, lo scorso settembre, la Commissione europea ha ritenuto incompatibile il finanziamento regionale a una società non comunitaria , costringendo di fatto la Darwin a rimborsare tutti i passeggeri. “Una situazione kafkiana – giudica l’assessore Marguerettaz –, per la quale abbiamo scritto sia al ministero dei Trasporti che a Enac. Ad oggi senza risposta alcuna”.

Il punto, però, è che il Corrado Gex costa, e tanto, anche quando non funziona. Dal 2004 laRegione paga 2 milioni di euro l’anno per una concessione trentennale alla società di gestione dell’aeroporto, la Avda spa. “Un contratto che non possiamo non onorare – spiega Marguerettaz –, perché rescinderlo vorrebbe dire affrontarne le conseguenze e mettere mano al portafogli”. A nulla vale che Avda sia una partecipata della Regione, dal 2012 commissariata per decisione del Tribunale di Aosta che ha dato seguito alle denunce dell’amministrazione regionale: “gravi irregolarità” nella gestione finanziaria sono i motivi per cui il consiglio di amministrazione è stato sciolto. L’episodio è solo l’ultima clamorosa battaglia di una guerra di carte bollate tra la Regione, che possiede il 49% dell’Avda, e il suo socio di maggioranza, oggi la Regional Airport spa, che ne gestiste il restante 51% e fa capo alla Air Valleé holding del petroliere Michele Costantino cui da un anno si è associata la misteriosa Sinergye srl, una società con sede a Genova, che alla camera di commercio risulta inattiva dal 2011 e appartiene per metà alla Water Heaven Limited, che ha sede a Londra. “Se qualcuno ha delle soluzioni da mettere in campo per fare un’inversione di rotta troverà in me un uditore molto interessato”, avverte Marguerettaz. La giunta regionale va avanti, accarezzando il sogno di un aeroporto capace prima o poi di decollare. E spendendo altri soldi.

Per raggiungere Roma imbarco per 17 passeggeri
Per la fantomatica tratta Aosta-Roma, qualche ipotetico charter e il conseguente innalzamento della categoria aeroportuale, la Regione dovrebbe infatti continuare a sborsare dai 4 agli 8 milioni di euro all’anno. Anche se per il volo di linea sulla capitale è prevista una presenza di soli “17 passeggeri” a decollo. “ll Corrado Gex è solo un giocattolo della politica – denuncia Alberto Bertin, consigliere d’opposizione del gruppo Alpe – Mai nessuno, imprenditori, albergatori o altri operatori economici, ha mai evidenziato la necessità di un aeroporto. Una follia”. Qualcuno un’idea già ce l’avrebbe. Ritornare alla natura originaria dello scalo, facendone nuovamente un luogo di richiamo per gli appassionati dell’alta quota. “Negli anni passati il ‘Corrado Gex’ ospitava piloti da tutta Europa”, ricorda Paolo Meneghini, ex presidente dell’Aeroclub di Aosta. I venti della valle, che rendono tanto complicato l’atterraggio per i grossi aerei, rappresentano infatti una rara opportunità per gli acrobati dell’aria. Una prospettiva sostenibile, ora danneggiata: “Hanno sprecato questa esclusività – si rammarica – per cercare di fare diventare l’aeroporto ciò che non potrà mai essere”.

ilFattoQuotidiano: dove vola lo spreco

23 dicembre 2013

15 Dicembre 2013

Aeroporti, dove vola lo spreco: i casi limite da Aosta a Pontecagnano, fino a Foggia
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/22/aeroporti-li-dove-vola-lo-spreco-i-casi-limite-da-aosta-a-pontecagnano-fino-a-foggia/822288/

In Italia, ce ne sono 42, ma nessuno se ne è accorto: molti non funzionano, ma restano aperti per ricevere soldi pubblici. sono difficili da raggiungere e ancor più inadatti per gli atterraggi. E intanto il ministro Lupi, dopo tanti rinvii, prepara un piano miliardario

Un po’ chiusi, un po’ aperti, l’Italia non ha un numero preciso di aeroporti commerciali. L’Enacdice che sono 38. Le statistiche di Assaeroporti ne includono 4 in più. Il piano di Corrado Passera, presentato e consegnato, neanche un anno fa, ne prometteva 31. Non c’è chi ha ragione e chi ha mentito: perché ci sono scali stagionali, scali non più operativi, scali che possono funzionare, ma che non ci riescono. Il bivio fra costiera di Amalfi e di Sorrento, l’aeroporto diPontecagnano (Salerno) dove lo mettiamo? Alitalia ha sloggiato perché perdeva centinaia di migliaia di euro: però, in teoria, i concorrenti possono volare. E Foggia, dove non decollano da anni (leggi)? E le disgrazie di Siena? E lo spreco incessante di Aosta (leggi) o le disavventure diFalconora (leggi)?

Ogni regione, ogni provincia e ogni comune rivendica una rotta, una tratta e reclama denaro per ampliare piste dove soffia un vento buono per le esibizioni acrobatiche o dove vanno espropriati terreni appena resi edificabili (è proprio il caso foggiano). Il traffico passeggeri italiano è stabile: quasi 125 milioni da gennaio a ottobre di quest’anno, concentrati su Roma, Milano, Bergamo, Venezia, Catania, Bologna, Napoli e Pisa. E poi l’elenco continua con piccole eccellenze comeAlghero e grandi irrisolti come Crotone. L’ultima partenza da Forlì indica la data del 29 marzo, un venerdì, destinazione Cluj-Napoca, Romania. Da circa tre mesi, il ministro Maurizio Lupi(Trasporti) promette che entro fine mese spedirà la bozza di un documento per i futuri investimenti ai governatori locali. Durante un’audizione in commissione a Montecitorio, disse di aver pronti 22 miliardi di euro. E ora si scatena la corsa ai finanziamenti da Viterbo a Frosinone. E anche l’Aquila è pronta a volare. Gianni Chiodi, il presidente abruzzese, dichiara sempre di averne discusso (e in maniera proficua e rassicurante) con il ministro Lupi. L’anno prossimo, lì, ci sarà la campagna elettorale.

 

fatti una pista

23 dicembre 2013

Nelle giornate di sabato 21 e di domenica 22 Dicembre l’Aero Club Valle d’Aosta aveva organizzato un corso di addestramento avanzato per piloti di aliante: “Rimessa da assetti inusuali”.

Il corso consiste nell’addestrare i piloti a riconosce e provare situazioni di volo “inusuali e potenzialmente pericolose” (viti, stalli, spirali picchiate, ecc.) addestrandoli a reagire nel modo più rapido e sicuro per tornare in condizioni di volo “sicure”.
Gli istruttori, campioni di acrobazie, Pietro Filippini e Claudio Brasaola provenienti da Viterbo erano arrivati ad Aosta la sera del 20 dicembre.
Il corso non ha potuto avere luogo perché nella notte tra il 20 ed il 21 sull’aeroporto commerciale di Aosta sono caduti poco più di 10 centimetri di neve bagnata (abbondantemente previsti dai vari centri meteo).
Come già accaduto negli anni scorsi, benché nelle giornate di sabato e di domenica la temperatura sia stata per molte ore sopra lo zero, AVDA non è stata in grado di sgomberare la neve e riaprire l’aeroporto che è attualmente ancora bloccato.
Viene spontaneo chiedersi: se i voli per Roma fossero stati riattivati l’aeroporto sarebbe ancora chiuso? Delle due l’una: o AVDA non è in grado di mantenere agibile l’aeroporto durante l’inverno ed allora dovrebbe essere sanzionata per inadempienza del contratto, oppure AVDA non ha voluto ripulire la pista perché l’attività di volo a vela non merita la spesa ed allora dovrebbe essere sanzionata per truffa.
Comunque la si metta è evidente che l’aeroporto di Aosta, pur costando moltissimo ai contribuenti valdostani, continua a funzionare malissimo.
Per quanto  andrà ancora avanti questa incresciosa situazione?

una pista ghiacciata

Ode al Tribunale di Rimini

9 dicembre 2013

6 dicembre 2013 • gian luca clementi

Il fallimento di Aeradria, gestore dell’aeroporto di Rimini, indica una soluzione praticabile al problema dell’occupazione di vasti settori economici da parte dei partiti: quella giudiziale.

Lo scorso 27 novembre, il Tribunale di Rimini, presieduto dalla Dottoressa Rossella Talia, ha decretato il fallimento di Aeradria, la società che gestisce l’aeroporto della città dal 1962. I soci principali dell’ormai defunta azienda erano la provincia di Rimini (38%), il comune di Rimini (18%), la Confartigianato (9%), Rimini Fiera, a sua volta controllata da provincia, comune e CCIAA (7.5%) e la regione Emilia Romagna (5%). Il restante capitale era suddiviso tra una moltitudine di enti locali limitrofi all’aeroporto.

Nonostante il ruolo molto limitato che lo scalo riminese gioca nel sistema aeroportuale nazionale, la notizia ha creato un qualche scalpore  perché il tribunale ha rigettato l’istanza di concordato nonostante questa fosse appoggiata dal creditore principale, Banca Carim. Appoggio che non sorprende, visto che la banca è controllata al 56% dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, a sua volta controllata dai politici locali.

I motivi del dissesto finanziario sono un classico della gestione della cosa pubblica sul suolo italico, e sono felicemente riassunti nell’intervento con cui Carla Franchini, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, motivò il proprio voto contrario alla richiesta di aumento di capitale avanzata dal management di Aeradria nell’estate del 2011. In questa sede basta ricordare che, secondo il bilancio certificato da Deloitte, nel 2010 Aeradria spese più di un milione di Euro (pari a circa il 10% del fatturato) in consulenze, e 4,5 milioni per marketing e promozioni. Queste ultime spese, si scoprì poi, consistevano perlopiù in sussidi per le compagnie aeree operanti sullo scalo. Nel 2010, le perdite di esercizio assommarono a ben 7,6 milioni di Euro, più del 70% del fatturato!!

Nonostante queste cifre, e pur in mancanza di un piano industriale, i vari soci acconsentirono a versare 6 milioni nel 2011 e ne promisero altri 7 nel 2012. Nel frattempo, però, la situazione debitoria si era deteriorata a tal punto da rendere improcrastinabile l’istanza di concordato.

La buona notizia è che il Tribunale ha rigettato tale istanza, evitando che lo spreco al carico del contribuente si protragga ulteriormente nel tempo. I politici locali hanno reagito con dispetto, decretando che il fallimento della società di gestione avrebbe determinato la cessazione dei voli  sull’aeroporto, arrecando un grave danno all’economia locale. Il motivo del loro sconforto, sospetto io, è la constatazione di avere perso uno dei loro giocattolini preferiti, un carrozzone dove infilare amichetti vari in cerca di impiego. Fino all’agosto scorso, per portare un esempio, il presidente di Aeradria era Massimo Masini, già sindaco di Riccione negli anni ’90 e poi dirigente della provincia di Rimini. Insomma, un manager con forti esperienze nella gestione aeroportuale. Il signor Masini risulta indagato dalla Procura di Rimini per falso in bilancio, accesso abusivo al credito e bancarotta fraudolenta.

Lungi dal determinarne la cessazione, il fallimento costituisce una condizione necessaria per il rilancio dell’infrastruttura aeroportuale che, giustamente, gli operatori turistici ritengono essenziale per lo sviluppo delle loro attività. L’ENAC ha annunciato di aver già avviato le procedure per il bando europeo che dovrà assegnare la gestione dell’aeroporto. La speranza, ovviamente, è che il prossimo gestore sia scelto in base al prezzo e alle capacità gestionali dimostrate in altri ambiti.

Un’ulteriore speranza, di portata ben maggiore, è che tutti i tribunali che nel futuro prossimo si troveranno a decidere le sorti delle società partecipate che consegneranno loro i libri contabili, seguano l’esempio dei loro colleghi riminesi. Come è noto, un numero elevatissimo di tali aziende, a cominciare da quelle che si occupano di trasporti, è in forti difficoltà finanziarie. La novità, rispetto al passato, è che gli enti che le controllano hanno una ridotta capacità di farsi carico della loro ricapitalizzazione. Quando le stesse aziende, obbligate dal codice civile, si rivolgeranno ai tribunali, starà a questi decidere se prolungarne l’agonia, infliggendo perdite a creditori e cittadini, o, come è stato nel caso di Aeradria, chiuderle per sempre.

Ecco dunque che, in una situazione in cui il mercato politico è sempre meno contendibile — cioé i politici fanno quello che gli pare — quella giudiziale diventa forse l’unica soluzione praticabile per ovviare all’occupazione da parte della politica di enormi settori dell’economia nazionale.

Fonte: http://noisefromamerika.org/articolo/ode-al-tribunale-rimini

il futuro tracciato nel passato

8 dicembre 2013

Quando tanti anni fa avevano ben capito il binomio volo e Valle d’Aosta.

http://youtu.be/bfuGpJIIrzc

Chiediamo di tornare sulla retta via.

Duca d’Aosta

1 dicembre 2013

Mentre AirVallée perde anche il ricorso, a Gorizia danno spazio all’aviazione leggera.

Amministratoti locali: seguite l’esempio.

RIAPRE L’AEROPORTO DI GORIZIA

Con il “Notam” dell’Enac firmato il 28 novembre, l’aeroporto di Gorizia riprende l’attività di volo, con l’autorizzazione agli aeromobili del VDS volo da diporto o sportivo ed ai velivoli dell’aviazione generale di utilizzare la pista alianti 04-22 di 700 metri rimessa in efficienza a tempo di record. A breve è confermata la sistemazione delle altre due piste con inaugurazione ufficiale entro la prima metà del prossimo gennaio. Un’operatività che si deve in modo particolare ai dirigenti dell’Associazione “Duca d’Aosta” che hanno creduto e credono nel futuro di un aeroporto che ha avuto un importante ruolo nella storia dell’aviazione del FVG. Ricordiamo che l’ASD “duca d’Aosta” ha ricevuto la concessione demaniale dell’aeroporto, la certificazione del servizio antincendio e la concessione dell’hangar “Gleiwitz” che à stato a sua cura completamente restaurato. L’hangar che ospiterà la cerimonia del “taglio del nastro” nel prossimo gennaio è pronto ad ospitare gli aeromobili che potranno operare da questo campo di volo. Si sta anche mettendo a punto l’operatività anche per i soci aeromodellisti, numerosi e molto preparati, che potranno così trovare un luogo adatto per i volo dei loro aeromodelli.

(Ufficio Stampa Aeroporto di Gorizia)