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1012 Km: chi davvero vola ad Aosta

29 ottobre 2014

Ecco che cosa ci stiamo perdendo in Valle d’Aosta grazie alla scempiaggine del volo commerciale.

La Stampa: Il volo interminabile dell’aliante che regala il tricolore a Alex Busca

Il gressonaro che conquistò l’Everest è campione italiano: è rimasto ai comandi del velivolo per 10 ore, percorrendo 1012 Km dal lago di Como al Sud della Francia. “Il mio sogno? Pilotare un caccia”.
di STEFANO SERGI, GRESSONEY-LA-TRINITE’

Un silenzio lungo dieci ore e 1012,94 chilometri, rotto solo dal soffio del vento. È il volo record con cui il gressonaro Alessandro Busca, portacolori dell’Aeroclub Valle d’Aosta, ha vinto il campionato italiano di distanza in aliante in classe Club.

L’impresa. Busca, classe 1968, pilota di elicotteri della Pellissier Helicopter ma anche maestro di sci, guida e alpinista capace di conquistare l’Everest, ha conquistato il titolo tricolore decollando e atterrando ad Aosta e sorvolando, nel frattempo, l’incredibile spazio che va dal lago di Como a Dignes-les-Bains, a Nord di Cannes in Francia, sfruttando nient’altro che la forza delle correnti.

Il campionato italiano di distanza non è una prova unica, ma il risultato del confronto di una serie di voli che i migliori piloti italiani riescono a compiere durante l’anno: i 6 itinerari migliori concorrono alla classifica finale del campionato. Ai chilometri percorsi, calcolati su 6 punti di virata, i giudici applicano un handicap: serve a determinare una suddivisione in classi, con un punteggio che equipari le caratteristiche tecniche dei diversi alianti utilizzati.

Il volo record di Busca è stato registrato il 10 maggio e gli ha permesso di conquistare anche il terzo posto in classifica come miglior volo assoluto, dietro ai mostruosi 1633 chilometri di Alberto Sironi e ai 1243 di Ugo Pavesi, entrambi portacolori dell’Aeroclub Adele Orsi.

La classifica. Il pilota gressonaro ha partecipato al campionato italiano ai comandi di un aliante dell’Aero Club Valle d’Aosta che ha un’apertura alare di 15 metri, totalizzando 2775 punti, a sole tre lunghezze dal vincitore della classe Open (il pluricampione italiano Luciano Avanzini) che prevede velivoli con apertura alare maggiore e prestazioni superiori. Busca è riuscito anche a passar davanti al campione mondiale Giorgio Galletto, che si è fermato a 2606 punti.

Il sogno. «L’aliante, e tutto ciò che non ha motore e sfrutta solo la spinta delle correnti e del vento, è la massima espressione del volo – dice Alex -. Lo amo da sempre, è passione allo stato puro. Ho iniziato nel 1985 con il parapendio, poi dal 1989 con il deltaplano fino al 2003, facendo anche molte gare. Oggi volo in aliante per divertimento, il problema è sempre il tempo libero, che manca. Un po’ come la montagna: ci vado ancora, ma per divertirmi. Determinate imprese le puoi fare se sei molto allenato, e per allenarti serve tempo». Ma anche uno che ha volato con quasi tutto ciò che è in grado di alzarsi da terra, ha un sogno nel cassetto: «Beh, sì. Non mi interessano i Piper, o i Boeing e cose simili, quello che davvero mi piacerebbe provare una volta nella vita è pilotare un caccia».

La crisi del settore. Per l’Aeroclub Valle d’Aosta il campionato italiano ha riservato altre soddisfazioni grazie agli ottimi piazzamenti nella classe Open di Ugo Vietti (ottavo a 2011 punti) e nella classifica unica femminile dove Cristina Pession ha sfiorato il podio chiudendo al quarto posto con 650,35 punti. Il sodalizio può quindi brindare ai suoi successi sportivi, ma non alla situazione generale che, tra crisi e impatto del nuovo aeroporto, è poco entusiasmante, per usare un eufemismo. Fino a pochi anni fa, nei due mesi primaverili (attorno a marzo e aprile, i migliori per le correnti) arrivavano fino a 200 piloti d’aliante al «Corrado Gex», portandosi dietro famigliari che generavano un indotto non indifferente tra alberghi e ristoranti.

Il paradosso. «Adesso saranno sì e no in 40 i piloti – dice Attilio Viglino, il presidente dell’Aeroclub che raccoglie circa 130 soci -. La crisi si fa sentire, perchè chi deve pagarsi benzina e autostrada è molto penalizzato, visti i prezzi. Ma paradossalmente è stato lo sviluppo commerciale dell’aeroporto a incidere su attività come la nostra. Chi vola in aliante ama la libertà di entrare in pista, guardare il marito o l’amico che decolla, prendere il sole su una sdraio vicino al suo aliante, tutte cose proibite in uno scalo come quello di Aosta. È vero che, dall’altra parte, hai il vantaggio di essere appetibile per quei piloti che hanno velivoli da 200-250 mila euro e cercano la sicurezza e la sorveglianza, ma non basta questo a compensare le perdite di chi ha scelto di andare in altri aeroclub proprio per una questione di libertà».  

aeroclub VdA

-10

6 ottobre 2014

-10: ed è auspicabilmente un conto alla rovescia.

Ovvero “L’Italia prova a chiudere gli scali-bonsai” (fonte La Stampa).

la Stampa 2014 10 02