L’Amministrazione Regionale sta mettendo in atto l’ampliamento dell’aeroporto di Aosta. In questo articolo si analizzeranno i vantaggi che deriveranno ai cittadini valdostani dalla realizzazione del progetto.
Come tutti i prodotti o servizi commerciali la buona riuscita di un collegamento aereo dipende dal numero dei clienti-viaggiatori che si riesce a servire. Un collegamento aereo sarà economicamente sostenibile solo se il numero medio di passeggeri trasportati supererà il break-even (numero minimo di passeggeri paganti che garantisce la copertura delle spese del trasporto).
Nel caso di un nuovo collegamento è normale prevedere un periodo di avviamento (tempo necessario alla reclamizzazione del servizio) durante il quale la compagnia si troverà ad operare in perdita. Se le indagini di mercato sono state effettuate correttamente durante il periodo di avviamento il numero dei passeggeri continuerà a crescere fino a raggiungere o superare il break-even.
L’area presa in considerazione per valutare la fattibilità di un servizio di trasporto pubblico viene definita “Bacino di Traffico”.
In analogia con la definizione di Bacino Idrografico: “area topografica di raccolta delle acque che scorrono verso un determinato corpo idrico recettore” con la dizione Bacino di Traffico si intende l’area topografica di raccolta dei viaggiatori che fanno capo ad un determinato sistema di trasporto.
In Valle d’Aosta, dove le vie di comunicazione seguono l’orografia delle valli, il Bacino di Traffico dell’aeroporto di Aosta praticamente coincide con quello idrografico della città di Aosta.
Questo significa che gli abitanti della bassa valle, da Verres in giù, e quelli delle valli di Ayass e di Gressoney, pur essendo compresi nel territorio regionale, di fatto fanno parte del Bacino di Traffico dell’aeroporto di Torino Caselle (il tempo di percorrenza per raggiungere l’aeroporto di Caselle è paragonabile con quello necessario per raggiungere quello di Aosta) che, offrendo prezzi più bassi, maggior scelta di orario ed un maggior numero di destinazioni, esercita una ben maggiore attrazione di quello di Aosta.
Questo comporta che la popolazione valdostana servita dall’aeroporto di Aosta è limitata a 70 – 80 mila persone. Con un numero di persone così limitato è evidente che è difficile raggiungere il break-even anche per la sola rotta Aosta – Roma – Aosta.
Di fatto Air Valleé ha potuto continuare ad operare dall’aeroporto di Aosta perché l’Amministrazione Regionale ha continuato a garantire il raggiungimento del breakeven pagando come occupati posti in realtà vuoti.
Indipendentemente dal potenziamento dell’aeroporto, essendo la capacità di posti offerta superiore alla domanda, Air Valleé non acquisterà velivoli più grandi né, in assenza di un ampliamento della copertura finanziaria della Amministrazione Regionale, attiverà altri collegamenti oltre a quelli già in essere.
Questo significa che i cittadini valdostani che intendono raggiungere in volo destinazioni diverse da Roma dovranno continuare a recarsi a Torino Caselle o a Malpensa.
L’istituzione di collegamenti di stradali e ferroviari rapidi ed efficienti con gli aeroporti di Torino e di Malpensa, non solo faciliterebbe gli spostamenti a lungo raggio dei cittadini valdostani ma inciderebbe in modo molto più efficace della realizzazione del nuovo aeroporto sulla accessibilità alla Valle d’Aosta da parte dei turisti internazionali.
Non potendo giustificare le spese per il potenziamento dell’aeroporto con un prevedibile incremento dei passeggeri trasportati da Air Valleè, l’Amministrazione cerca di giustificarle con la possibilità di accogliere in Valle d’Aosta voli charter.
In realtà i voli charter diretti in Valle d’Aosta operano già da anni sull’aeroporto di Torino e la costruzione della nuova pista, delle radioassistenze e della nuova aerostazione non riusciranno comunque a fare concorrenza all’aeroporto di Caselle.
Mentre sull’aeroporto di Caselle possono operare in tutte le condizioni meteorologiche velivoli commerciali di grande capacità con autonomia intercontinentale (Boeing 747, Airbus 340, ecc.), su quello di Aosta potranno arrivare, in condizioni meteorologiche favorevoli, solo velivoli adatti al breve raggio con una capacità massima di 80 posti.
L’utilizzo di velivoli più piccoli e con minore autonomia su un aeroporto più “difficile” e meno strumentato comporterà minore versatilità e maggiori costi di esercizio, che, uniti alla maggior probabilità di dirottamento per avverse condizioni meteo, precluderanno di svolgere ad Aosta un’attività economicamente competitiva rispetto a Caselle.
L’unica attività Charter possibile sull’aeroporto di Aosta sarà quella sovvenzionata dalla Regione.
La limitata importanza che il nuovo aeroporto rivestirà nel sistema dei trasporti pubblici valdostani è dimostrata dal fatto che l’analisi comparata della domanda di mobilità e dell’offerta di trasporto pubblico, svolta dalla società TBridge di Genova per la predisposizione del nuovo Piano di Bacino di Traffico della Regione, non prende neppure in considerazione il flusso di passeggeri che i nuovi collegamenti aerei potranno generare.
Si tratterà di una svista? Forse, ma certo molto indicativa.
– ing. Paolo Meneghini